La formazione obbligatoria dei docenti, introdotta nel 2015, è uno dei temi più discussi tra gli insegnati italiani. Chi è obbligato? Quante ore bisogna fare? Quali corsi scegliere? 

La formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale (Legge 107/2015). Questo testo fissa i punti cardine di tutta la regolamentazione. Le parole e gli aggettivi non sono ovviamente utilizzati a caso. La formazione, in primo luogo, è qualificata come “in servizio“, indicando quindi la necessità che venga fatta rientrare nelle ore retribuite già previste dal contratto nazionale. Seguono poi tre ulteriori specifiche: obbligatoria, permanente e strutturale. L’intento è chiaro, dare valore alla formazione come ad una attività insita nella stessa professione di docente, chiamato ad essere sempre aggiornato. Vediamo ora, però, i dettagli più tecnici, che rispondono alle domande più ricorrenti in materia.

Il nostro Piano per la Formazione dei Docenti segue il documento con cui il MIUR si è fatto “regista” della formazione dei docenti, a livello nazionale, dettando le linee guida. In particolare, fissa gli obiettivi e di conseguenza gli ambiti entro i quali deve essere svolta la formazione. Per i primi  anni, sono stati scelti i seguenti segmenti: Inclusione scolastica e sociale, Gestione della classe e problematiche relazionali, Didattica e metodologie, Sviluppo della cultura digitale ed educazione ai media, Didattica per competenze e competenze trasversali, Problemi della valutazione individuale e di sistema, Autonomia organizzativa e didattica.

Con la Direttiva 170/2016, viene affrontata la questione degli enti accreditati per erogare i corsi di formazione. Con questo testo, il Governo ha fissato i criteri che gli enti privati che erogano formazione devono rispettare per essere accreditati presso il MIUR e per vedere riconosciuti i loro corsi.

Chi è obbligato alla formazione

L’obbligo di formazione e aggiornamento professionale riguarda tutti i docenti di ruolo che abbiano un contratto negli istituti pubblici, sia esso part time o full time. Si estende, senza eccezioni, a tutti gli ordini e gradi d’istruzione: scuola dell’infanziascuola primaria e scuola secondaria, di primo e secondo grado. Il sistema decisionale disegnato per la formazione obbligatoria nella scuola ha una struttura a più livelli. Il MIUR, nel già citato Piano per la Formazione dei Docenti fissa gli ambiti dell’aggiornamento, il Dirigente Scolastico, all’interno di ogni istituto, detta le linee di indirizzo. Infine, il Collegio Docenti, elabora tutte queste indicazioni e inserisce specifiche proposte formative all’interno del Piano Triennale dell’Offerta Formativa. In tutto questo sistema, però, un ruolo cardine è sempre e comunque riconosciuto alla libertà del docente. In nessun modo gli insegnati possono essere obbligati a prendere parte alle iniziative di formazione approvate dal collegio. Il loro unico dovere è il rispetto degli obiettivi. Per il resto, possono liberamente scegliere corsi “esterni”, purché proposti da soggetti accreditati.

In questo contesto si colloca la nostra azione che viene concordata e pianificata a monte con i docenti in base alle loro necessità.